365strangers
Le mie parole, scritte un giorno di Dicembre 2014, quando tutto stava per iniziare.
Sono Davide Buscaglia, ho 29 anni, una Laurea in Psicologia e un proposito per il 2015.
Fotografare estranei, persone che non conosco, che incontro per strada e che mi colpiscono. 365 giorni, 365 incontri, 365 scatti. Dal 1° Gennaio 2015 al 31 Dicembre 2015.
È un progetto in itinere, pensato al confine tra Fotografia e Psicologia, nel punto d’incontro tra hobby e formazione; in itinere perché sono aperto a qualsiasi tipo di riflessione; in itinere perché ad oggi incontro, fotografo e prendo appunti, domani non so.
È un progetto fotografico, perché attraverso la macchina fotografica incontro persone per strada. Persone che non conosco. E nel frattempo imparo, cerco di migliorare l’approccio, il contatto, con la macchina, con il soggetto, con il contesto. Lo chiamano imparare facendo. Se lo scatto non funziona, cerco di capire dove ho sbagliato, e mi basta aspettare domani, per riprovare. Non baro, non ho una seconda possibilità. È un progetto fotografico perché il 31 dicembre avrò 365 foto, 365 sconosciuti in meno. Ed è qui che entra in gioco la Psicologia.
È un progetto psicologico perché ha profonde implicazioni identitarie, personali e relazionali, perché la fotografia ci confronta immediatamente con l’immagine che abbiamo/diamo/crediamo di avere di noi stessi. Perché rompo lo stereotipo che dice “non si parla con gli sconosciuti”, perché ogni giorno entro in contatto con l’Altro, con la possibilità di sentirmi rifiutato, perché ogni giorno ho un obiettivo, e per raggiungerlo devo chiedere sempre aiuto a quell’Altro. Per mille altri motivi, che cercherò di raccontare e scoprire in questi 365 scatti.
Ah…Esco di casa ogni giorno. Anche se nevica. Se fa freddo. Se ho la febbre. Se non ne ho voglia.
“Se non parli con gli sconosciuti ne sarai sempre circondato” – BALLA COI CINGHIALI
INTRODUZIONE
Questo progetto, come forse ogni cosa nella vita, nasce da un bisogno. O meglio, da più bisogni.
Ne scelgo 3. Il primo è escludere dal 2015 giornate passate senza obiettivi. Il 2014 ne è stato pieno. Grazie a 365strangers invece, posso affermare che ogni giorno ha avuto almeno uno scopo, dall’incontrare uno sconosciuto al migliorare la tecnica fotografica, dall’entrare in relazione con meno timore allo sperimentarmi con persone di diverso tipo e provenienza, dal soddisfare la mia curiosità a confrontarmi con tematiche individuali e a molto altro. Poi mi viene in mente il bisogno di incontrare l’Altro: grazie a questo progetto ho condiviso almeno un’ora al giorno con qualcuno. Lo trovavo stimolante, una difficile sfida che mi entusiasmava e riempiva di energia. E poi il terzo bisogno, la questione dell’espressione. Sentivo e sento tutt’ora un intenso bisogno di esprimermi. Fotografia e scrittura sono gli strumenti che ad oggi soddisfano questa parte di me.
Il giorno dell’inaugurazione della mostra mi è stato chiesto se mi aspettassi o meno un’evoluzione di questo tipo. La risposta, con la maggiore delicatezza e umiltà possibile, è stata sì. Sognavo di riuscire a completare il progetto, e contavo di riuscire ad organizzare la mostra. Ci ho creduto sostenuto da chi mi stava vicino, sin da quel giorno di metà dicembre 2014, quando decisi di acquistare la macchina fotografica. Ci credevo dopo il primo incontro, quando scrivevo le successive parole e quando tutto, o quasi, doveva ancora iniziare.